Il film documentarioย ricostruisce โ in occasione dell’80โฐ anniversario delle leggi razziali – le vicende che portarono dalle leggi antiebraiche alla deportazione degli ebrei italiani (1943-1945) attraversoย ย cinque storieraccontate in gran parte dai diretti protagonisti. A iniziare da quella di una famiglia di ebrei fascisti, la famiglia Ovazza, massacrata sul Lago Maggiore nellโautunno del 1943, alla storia di un ebreo del Ghetto di Roma, ilย mitico โMorettoโ,ย che decise di lottare contro la persecuzione e che riuscรฌ a salvarsi flirtando con la nipote di un collaborazionista fascista. Fino a quella di Franco Schonheit e dei suoi genitori, tutti sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti. Poi la vicenda di una ebrea di Fiume che si salvรฒ nascondendosi presso la casa di un incisore del Vaticano, e infine la storia di una famiglia di presunti delatori fascisti accusati di aver denunciato i vicini ebrei ai tedeschi. A parlare infatti non sono solo le vittime, iย perseguitatiย ma anche i cosiddettiย persecutori. Con loro gli altri testimoni, cioรจ quella stragrande maggioranza di italiani che non aderรฌ alle leggi razziali, ma neppure vi si oppose. Il racconto si snoda attraverso le testimonianze delle preziose immagini dโarchivio e una mole di documenti dโepoca pubblici e privati, per raccontare un viaggio tra i movimenti giovanili di estrema destra e la vicenda delle strade ancora intestate, a 80 anni di distanza, ai firmatari (o presunti tali) del Manifesto della Razza.
Durata: 78โ
Italia, 2018
B/n e colore (riprese e repertorio)
Pietro Suber Giornalista e documentarista. Dopo aver lavorato per molti anni a Matrix (Mediaset) attualmente lavora come autore e caporedattore al programma โViva lโItaliaโ (Mediaset), condotto da Gerardo Greco. Ha iniziato la sua carriera con Rai Tre (Un giorno in pretura e Samarcanda), Rai Uno (per i programmi di Sergio Zavoli) e scrivendo per La Repubblica e Il Messaggero. Alla Rai e a Mediaset si รจ occupato per molti anni di cronaca giudiziaria e mafia. Per Moby Dick (Mediaset), di Michele Santoro, ha seguito il conflitto in Kosovo nel โ99. Successivamente le guerre in Afghanistan, in Iraq, in Libia e Ucraina (per il Tg5). Nel 2004 ha pubblicato per Laterza il saggio Inviato di guerra. Veritร e menzogne, sulla manipolazione dellโinformazione in guerra.ย Nel 2007 ha vinto il premio Saint Vincent con un reportage sul cambio di sesso in Iran. Ha vinto tre volte il premio Ilaria Alpi, lโultima volta nel 2008 con un documentario sulla crisi economica e il boom della psicoanalisi in Argentina. Gli ultimi documentari (Meditate che questo รจ stato, 1938 โ Quando scoprimmo di non essere piรน italiani) riguardano il tema della Shoah e delle leggi razziali.ย Dal 2013 รจ vicepresidente dellโAssociazione Carta di Roma che si occupa del rapporto tra media italiani e immigrazione.
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1938 โ Quando scoprimmo di non essere piรน italiani
un film documentario di Pietro Suber
una produzione Blue Film, Istituto Luce โ Cinecittร con Rai Cinema
con il sostegno di Fondazione De Benedetti – Cherasco 1574 (ONLUS) con il sostegno della Compagnia di San Paoloe Archivio Ebraico B. e A. Terracini in collaborazione con CAPTA Videomakinge in associazione con ECHAD Srl โ ai sensi delle norme sul Tax Credit
con il patrocinio di:
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Comunitร Ebraica di Roma, UCEI โ Unione delle Comunitร Ebraiche Italiane, Fondazione Museo della Shoah di Roma, MEIS โ Museo dellโEbraismo Italiano e della Shoah
Prodotto da Bruno Tribbioli, Alessandro Bonifazi, Dario Coen
Regia Pietro Suber
Soggetto Amedeo Osti Guerrazzi, Pietro Suber
Fotografia Marco D’Auria Direttore di produzione Giacomo Lamborizio Montaggio Antonio Covato
Musiche Rudy Gnutti
Consulenze e ricerche archivi storici Manuela Tempesta, Valentina Vivona
Ufficio stampaย REGGI&SPIZZICHINO Communication