La Centrale Montemartini accoglie una importante novitร allโinterno del proprio percorso museale. Grazie allโiniziativa i Capolavori da scoprire a partire dallโ1 marzo il pubblico puรฒ ammirare il restauro e il nuovo allestimento del rilievo funerario di tarda etร repubblicana che raffigura il fornaio Marco Virgilio Eurisace, ricco liberto di origine greca, e sua moglie Atistia.
Il rilievo funerario, attentamente restaurato a cura della Sovrintendenza Capitolina ai beni culturali, rappresenta unโimportante testimonianza storica e artistica di questo periodo, in quanto parte fondamentale dellโimponente sepolcro di Eurisace costruito poco dopo la metร del I secolo a.C. (40/30 a.C.), e riportato alla luce nel 1838 nellโarea chiamata anticamente ad Spem Veterem, oggi Porta Maggiore, dove ne sono ancora visibili i resti.
Il gruppo scultoreo sorgeva originariamente sulla facciata orientale del sepolcro e mostra i due coniugi in posizione frontale ma con il capo rivolto lโun lโaltra, come per evidenziare il legame che li univa in vita. Le figure emergono dal fondo scolpite quasi a tutto tondo; lโuomo indossa la toga drappeggiata secondo la maniera tipica degli anni centrali del I secolo a.C.; coerentemente il volto segue le tendenze della ritrattistica tardo repubblicana, mostrando con crudo realismo i segni del tempo. La donna, invece, รจ avvolta nellโampio mantello portato sulla tunica e il ritratto lascia riconoscere lโacconciatura in voga in quegli anni: i capelli divisi da una riga centrale in bande laterali e raccolti in unโalta crocchia composta probabilmente di trecce.
In occasione del restauro si รจ voluto offrire una piรน completa lettura dellโopera, restituendo alla figura femminile la testa, rubata nel 1934. ร stato cosรฌ realizzato un volto in gesso utilizzando, per lโaspetto e lโinclinazione, le foto scattate prima del furto, quando il rilievo era esposto allโaperto lungo le mura presso Porta Maggiore, nel luogo dove nel 1856 sarebbe sorta la stazione ferroviaria RomaFrascati.
Il rilievo restaurato รจ esposto nella Sala Colonne del museo della Centrale Montemartini, nellโambito di un nuovo allestimento progettato per restituire lโidea del contesto architettonico del sepolcro in cui il gruppo scultoreo si inseriva originariamente. Eโ stata realizzata una struttura in calcestruzzo e tubolari dโacciaio per ricreare una nicchia incassata in cui inserire lโopera, a rievocare la collocazione originaria sulla facciata della tomba.
Per lโoccasione รจ giunta in prestito dal Museo Nazionale Romano lโepigrafe di Atistia, in cui Eurisace ricorda, con parole di lode. la sposa defunta, dicendo che le sue spoglie sono raccolte in un โpanarioโ, unโurna a forma di cesta per il pane. A completare lโesposizione il plastico del monumento in gesso patinato, proveniente dal Museo della Civiltร Romana.
Il sepolcro di Marco Virgilio Eurisace fu risparmiato dalla realizzazione delle arcate monumentali dellโacquedotto Claudio, nella metร del I secolo d.C., ma fu coinvolto dalla costruzione delle Mura Aureliane nel III secolo e definitivamente inglobato agli inizi del V secolo nel bastione costruito dallโimperatore Onorio per potenziare la cinta muraria presso la Porta Labicana โ Prenestina (oggi Porta Maggiore). Molti secoli dopo, nel 1838, le strutture attribuibili al rifacimento di Onorio furono demolite per volontร di Papa Gregorio XVI e nel corso dei lavori venne portato completamente alla luce il sepolcro di Eurisace, che in quella occasione fu disegnato dallโarcheologo Luigi Canina, al quale si deve una delle piรน complete documentazioni.
Nella decorazione scultorea del sepolcro si possono ritrovare ancora oggi i riferimenti alla professione di fornaio del committente, rappresentati dai rilievi che lungo la sommitร del piano superiore illustrano le diverse fasi della panificazione mentre nellโiscrizione, ripetuta quasi identica sui tre lati superstiti del monumento, sulla fascia che divide il corpo inferiore da quello superiore, si ricorda il proprietario del sepolcro, Marco Virgilio Eurisace, panettiere e appaltatore dello stato.
Il rilievo funerario, attentamente restaurato a cura della Sovrintendenza Capitolina ai beni culturali, rappresenta unโimportante testimonianza storica e artistica di questo periodo, in quanto parte fondamentale dellโimponente sepolcro di Eurisace costruito poco dopo la metร del I secolo a.C. (40/30 a.C.), e riportato alla luce nel 1838 nellโarea chiamata anticamente ad Spem Veterem, oggi Porta Maggiore, dove ne sono ancora visibili i resti.